Poliziotta al Bellini di Catania
Cosa vuol dire avere una decina di chili in più, sette mesi di gravidanza, e recitare in uno dei teatri più prestigiosi d’Italia di fronte ad esperti e autorità tra cui Manganelli?
‘Tante autorità e folla di cittadini, ieri sera in piazza Bellini, per lo spettacolo “Poliziotta per amore”, di Nando Dalla Chiesa, che ha chiuso il ciclo Teatro della Memoria del Teatro Massimo Bellini. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con l’Associazione Libera, è uno degli appuntamenti di teatro civile organizzato per onorare la memoria dei caduti nella lotta alla mafia. Ieri, in particolare, era l’anniversario dell’omicidio del commissario Beppe Montana. Proprio l’impegno civile nel teatro e il concetto dell’arte al servizio della società sono stati al centro degli interventi don don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, di Nando Dalla Chiesa e del sovrintendente del “Bellini” Antonio Fiumefreddo, poco prima dell’inizio dello spettacolo. Poi l’attrice Beatrice Luzzi ha dato vita ad un monologo intenso e di grandi suggestioni, basato sulle sensazioni di una giovane donna che decide di entrare in polizia dopo l’attentato di via d’Amelio e la morte della prima donna-poliziotto, Emanuela Loi. Il consenso del pubblico, nel quale c’erano anche familiari delle vittime di mafia, è stato unanime. Al termine, applausi e commozione. Alcune donne-poliziotto sono andate a complimentarsi con il sovrintendente Fiumefreddo per l’iniziativa: Su quel palco, hanno detto, ci siamo riconosciute e abbiamo riconosciuto la nostra vita.‘Tante autorità e folla di cittadini, ieri sera in piazza Bellini, per lo spettacolo “Poliziotta per amore”, di Nando Dalla Chiesa, che ha chiuso il ciclo Teatro della Memoria del Teatro Massimo Bellini. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con l’Associazione Libera, è uno degli appuntamenti di teatro civile organizzato per onorare la memoria dei caduti nella lotta alla mafia. Ieri, in particolare, era l’anniversario dell’omicidio del commissario Beppe Montana. Proprio l’impegno civile nel teatro e il concetto dell’arte al servizio della società sono stati al centro degli interventi don don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, di Nando Dalla Chiesa e del sovrintendente del “Bellini” Antonio Fiumefreddo, poco prima dell’inizio dello spettacolo. Poi l’attrice Beatrice Luzzi ha dato vita ad un monologo intenso e di grandi suggestioni, basato sulle sensazioni di una giovane donna che decide di entrare in polizia dopo l’attentato di via d’Amelio e la morte della prima donna-poliziotto, Emanuela Loi. Il consenso del pubblico, nel quale c’erano anche familiari delle vittime di mafia, è stato unanime. Al termine, applausi e commozione. Alcune donne-poliziotto sono andate a complimentarsi con il sovrintendente Fiumefreddo per l’iniziativa: Su quel palco, hanno detto, ci siamo riconosciute e abbiamo riconosciuto la nostra vita.